…Si può fare…

E’ proprio il caso di dire “Si può fare”, questo è il pensiero che nasce dopo aver visto l’esibizione dei ragazzi disabili nell’opera teatrale “Non ti pago“ svoltasi nell’ambito del palinsesto della rassegna teatrale Porellese. Il pubblico numeroso, si è divertito e le risate continue che i ragazzi con la loro esibizione hanno loro strappato, erano sicuramente lontane da quei sentimenti di pietismo e di indifferenza che spesso fanno parte dell’immaginario collettivo nei confronti dei portatori di disabilità. Fino a qualche anno fa tutto questo a Bagnara era inimmaginabile, la disabilità è stata sempre vista come una condizione privata, confezionata dall’indifferenza sociale e con tanto di etichetta. Ieri sera si è data dimostrazione che si può cambiare il corso della cultura, la cultura dell’integrazione, dell’accettazione del diverso e soprattutto del diritto universale di cittadinanza. Per i ragazzi disabili è stata una serata memorabile, forse per la prima volta si sono sentiti veri protagonisti non solo della loro vita, ma all’interno della comunità. Loro che vivono di principi semplici, non competitivi, senza mania di protagonismo, hanno dimostrato che si può fare, perché si può essere parte integrante del mondo che li circonda, si può essere diversi in alcune abilità e non diversi come sinonimo di inferiorità, si può fare perché la loro spontaneità incontaminata può cambiare lo status sociale e cancellare le barriere culturali, psicologiche ed architettoniche. Ovviamente vanno ringraziati tutti coloro che hanno creduto in questi ragazzi, la Cooperativa Girasole e l’Associazione Argos, ma permettetemi di ringraziarli a bassa voce perché il grazie più assordante va a questi meravigliosi ragazzi, che forse senza rendersi conto stanno facendo crollare il muro dell’indifferenza, dei stereotipi, dei pregiudizi, e al di là del muro troveranno questa volta non solo le loro famiglie, ma ad attenderli c’è la loro vita all’interno di una comunità senza barriere di sorta…e allora forza ragazzi… si può fare…credeteci!
Silvana Ruggiero
(President Agess)

Occorrono più controlli…non crociate!

Anche quest’estate si rinnova l’appuntamento contro l’inciviltà e i soprusi per quanto concerne i parcheggi riservati ai disabili, ormai ridotti non solo di numero, ma anche ad aree ad uso ed abuso di persone incivili e furbe. Il contrassegno arancione è divenuto un optional, chi non c’è l’ha non è perché non è un disabile ma perché non è abbastanza furbo per procurarselo. Ogni giorno ci tocca assistere ad abusi di inciviltà da parte di chi espone il suo bel contrassegno, parcheggia l’auto furbescamente e poi dalla macchina escono persone visibilmente senza problemi di deambulazione o minorazioni atte a giustificare il possesso del contrassegno stesso. Se tutto ciò avviene, è anche perchè viene permesso da controlli inefficaci e dall’assenza di deterrenti come la rimozione forzata e/o multe salate. In compenso però si sono effettuati controlli relativi al servizio di assistenza domiciliare. Controlli giustissimi nelle intenzioni ma deleteri per alcune azioni intraprese. Mi riferisco alle recenti modifiche del Regolamento comunale dell’Assistenza Domiciliare, per le quali, l’Agess ha da subito fatto presente il proprio disaccordo sui punti modificati, anche se nel recente Consiglio Comunale, tramite degli emendamenti sono state ascoltate parzialmente le nostre recriminazioni, rimane il fatto che il Regolamento stesso non andava modificato, ma solo applicato! Rimangono ancora le perplessità sulle modifiche apportate agli artt. 7 e 12. Con la modifica del primo si fa passare la competenza della stesura del Piano di Assistenza Individuale, dall’Assistente Sociale all’Ufficio dei Servizi Sociali. L’assurdità non sta solo nel fatto che non è specificata la persona, ovvero quale figura giuridica e fisica identifica l’Ufficio, ma soprattutto nel fatto che è competenza dell’Assistente sociale redigere il Piano, perchè è lei la figura istituzionale che può avere accesso nelle abitazioni per la valutazione dei bisogni e/o avviare misure e procedimenti anche giuridici. Il Regolamento prevede che questa debba istruire le istanze presentate in sintonia con il Sindaco e l’assessore del ramo; con la modifica dovrebbe poi consegnare il tutto all’Ufficio per la formulazione del Piano, quindi l’Assistente Sociale istruisce l’istanza, fa i dovuti controlli anche domicilio e poi i funzionari preposti all’Ufficio Sociale redigono il Piano. Sic!. Se l’intento è quello di ridurre eventuali vizi di obiettività e abuso di discrezionalità nella stesura dei Piani di intervento personalizzati, non bisognava ridurre competenze istituite dalla legge e dal codice deontologico, ma piuttosto creando prassi di controllo ed informare soprattutto gli utenti sociali che se un piano di intervento assegnatogli non risponde a sopperire al reale bisogno, si può chiedere l’accesso agli atti e/o proporre ricorso avverso il Responsabile del Procedimento. Il secondo articolo oggetto di modifica, di fatto riduce drasticamente i criteri di accesso al servizio di assistenza domiciliare, riducendoli da 10 a 4. Detta riduzione tralascia indicatori del bisogno come la presenza nella famiglia di situazioni multiproblematiche (uno o più disabili, anziani o entrambi o minori), il rischio di istituzionalizzazione, il rischio sociale elevato, ecc.. Controllare chi possiede realmente i criteri di accesso all’ assistenza domiciliare per ridurre gli sprechi, non vuol dire che si debbano ridurre i criteri stessi, sarebbe come se per sopperire alla fame nel mondo riducessimo lo stomaco di chi ha fame.
Si auspica che per il futuro, vengano istituiti, prima di attuare provvedimenti di ricaduta sociale, tavoli di confronto con le parti sociali, non fosse altro in nome di quella democrazia partecipata tanto agognata.
Silvana Ruggiero
(Presidente Agess)

Occorre la vera partecipazione non ad effetto “placebo”

Non so quanti elettori hanno letto i programmi delle tre liste scese in campo per aggiudicarsi l’amministrazione del paese e quanti di questi voteranno secondo i suoi contenuti o come spesso succede, secondo i criteri tradizionali di predilezione. E’ anche vero che spesso i programmi, ovvero gli impegni presi con il corpo elettorale, non trovino giusto riscontro con la loro attuazione concreta, ma se stravolgessimo per un attimo il sistema del voto “tradizionale” (favoritismo e clientelismo) e ci concentrassimo, nel scegliere a chi dare il nostro voto sulla base dei contenuti (impegni) asseriti in detti programmi, li leggeremmo sicuramente tutti e ne faremmo le dovute valutazioni tanto da avere alla fine una nostra opinione. Fatta questa premessa, esprimo il mio personale pensiero conseguito dopo la lettura dei tre programmi proposti.
“L’occhio clinico” della mia prerogativa di impegno sociale, mi incentiva ad esprimere pareri (personali) sui contenuti sociali dei programmi.
Non mi soffermo però su ciò che riguarda il sociale come espressione di assistenza, giovani, disabili, anziani, famiglie, servizi alla persona, perché per questi settori le belle parole non mancano e spero che non manchino neanche i fatti. Esprimo la mia idea sulla partecipazione democratica. Tutti e tre i programmi contengono fiumi di parole sulla partecipazione cittadina alla vita amministrativa, attraverso l’istituzione di Consulte, Commissioni, Assemblee, sondaggi. Queste forme di partecipazione rientrano, assieme alle forme associative dei cittadini; alla partecipazione degli interessati al procedimento amministrativo, alle istanze, alle petizioni ed al diritto di accesso agli atti, ai strumenti partecipativi per così dire “obbligatori” ex lege, ovverosia previsti dal TUEL come necessari. Ma la possibilità che questi strumenti di partecipazione siano davvero in grado di influenzare le decisioni di un’amministrazione, è discrezionalmente legata alla sensibilità che quest’ultima in concreto dimostri nei confronti delle istanze della cittadinanza. Se si vuole una reale ed incisiva partecipazione dei cittadini alla vita amministrativa, non lo si dimostra con strumenti “placebo” privi di ogni vincolo giuridico e, considerato che sia nei programmi che nelle esternazioni pubbliche sembra emergere con veemenza la voglia di amministrare il paese assieme ai cittadini, sarebbe stato opportuno farlo credere fino in fondo impegnandosi ad istituire gli strumenti di partecipazione per così dire “facoltativi” la cui istituzione ed attuazione è rimessa dal TUEL all’autonomia statutaria del Comune (quindi alla volontà politica) che sono i Referendum (abrogativo, propositivo e di indirizzo). Tali strumenti partecipativi rappresentano una spinta decisiva al rilancio della partecipazione popolare alla vita amministrativa con il potere di incidere direttamente sulle decisioni in senso realmente democratico e renderebbe quest’ultima direttamente protagonista dell’amministrazione.
Silvana Ruggiero
(Presidente Agess)

Amministrative a Bagnara…quote rosa bye, bye!

Sicuramente molti si sono accorti, nel leggere le liste presentate per il rinnovo del Consiglio Comunale, come in due delle tre liste non vi è il nome di un candidato donna.

Proprio in questi giorni il Ministro Carfagna sta portando avanti il ddl sulle quote rosa rivoluzionando (per legge) il ruolo rispettoso e di diritto delle donne nella società in ogni ambito. Infatti, dopo il via libera definitivo del Senato il 16 marzo scorso della norma che introduce l’obbligo di assicurare, sia pur con un certa gradualità, una percentuale femminile nei consigli di amministrazione delle società quotate e delle controllate pubbliche, il Ministro delle Pari Opportunità, ha messo a punto un disegno di legge per garantire la parità di genere nelle procedure per l’elezione dei consigli comunali, negli statuti comunali e provinciali e in materia di costituzione delle commissioni per i concorsi pubblici. Ma la singolarità di queste liste non è solo per la coincidenza temporale con la proposta della Carfagna, il paradosso è più insito. Il tanto parlare di Pari Opportunità, di politica di genere, delle lotte per la parità e la dignità delle donne non sono chiacchiere! Mi viene da chiedermi se le due liste rispecchiano un certo maschilismo esasperato o una strafottenza di genere! In entrambi i casi mi rispondo con la frase di una importante filosofa “L’assenza delle donne da certi luoghi non squalifica le donne, ma quei luoghi…”.

…e poi vi riempite la bocca…Nota di rammarico del Presidente Agess

Consentitemi di esprimere tutto  il rammarico e la delusione scaturita e non solo dentro di me al convegno sociale organizzato dall’Agess il 27 Marzo 2011.

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Anno nuovo…storia vecchia…!

Anno nuovo storia vecchia! Come ogni anno al ritorno a scuola dopo le vacanze natalizie gli alunni con disabilità trovano la sorpresa, che ormai non è più una sorpresa ma una prassi consolidata, cioè l’interruzione dell’assistenza scolastica.

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Le ripartizioni dei Fondi politiche sociali e non autosufficienza

 

Sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale n. 8 del 12 gennaio 2011 i Decreti Interministeriali del 4 ottobre 2010 , con i quali vengono ripartite fra le Regioni e le Province autonome le risorse del Fondo Nazionale per le politiche sociali e del Fondo per le non autosufficienze per l’anno 2010.

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